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논문 기본 정보

자료유형
학술저널
저자정보
저널정보
한국이탈리아어문학회 이탈리아어문학 이탈리아어문학 제29호
발행연도
2010.1
수록면
103 - 122 (20page)

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Giuseppe Ungaretti commentò su I fiumi che “finalmente mi avviene in guerra di avere la carta d’identità.” Se un autore presuppone che la sua opera dimostri l’identità di sé, questo significa che le sue opere contengono il suo punto di vista letterario e filosofico. Questa è l’idea alla base di questa ricerca, e di seguito, porta ad una questione peculiare nella quale gli elementi del testo fanno dichiarare palesemente all’autore la propria identità letteraria. Per rispondere a questa domanda occorre analizzare la concezione della memoria dell’ autore. Analizzare questa concezione aiuterà ad intrecciare l’idea dietro le sue opere essendo una delle chiavi di lettura che potrebbe offrire ai lettori una ricca interpretazione. Ungaretti ha avuto occasione di conoscere la teoria del tempo di Bergson frequentando per due anni, dal 1912 a Parigi, le lezioni del filosofo francese. Per Bergson la concezione della durata del tempo è fondamentale per spiegare la funzione della memoria. Questi fatti sono gli indizi importanti per rispondere alla domanda di questa ricerca. Ungaretti descrive ne I fiumi l’immagine dell’acqua come simboleggiasse la durata del tempo. L’acqua del fiume contiene la memoria del passato portando tutti frammenti della sua vita. Il poeta dubitava della sua identità e nel tempo stesso ardeva d’essere un italiano perché era nato in Egitto dove era presente un ambiente multiculturale. Questa situazione è stata essenziale per la sua formazione. Gli venivano date educazioni in francese, ascoltava l’arabo della gente del posto e prestava attenzione con la meraviglia alla gente che veniva dall’Italia, il suo paese solo sentito nominare. La decisione di partecipare alla guerra è in realtà la prova della ricerca della sua identità. Egli in ogni modo voleva sentirsi italiano e la guerra in qualche modo gli ha dato la possibilità di dimostrare di essere un italiano. Nella trancia di guerra egli confronto sé stesso. Da quel momento Ungaretti comprende in sé tutte le tappe del suo passato abbracciando la sua vita come l’acqua del fiume che simboleggiava la durata del tempo. Da Nilo egli sa come è cresciuto e da Senne egli rimembra del suo mescolamento letterario dentro in un ambiente unico dell’epoca. E anche non si dimentica del fiume attuale che gli fa scrivere questa poesia. Per Ungaretti, si può cambiare la forma della vita, ma non cambiare la sua natura.Attraverso la memoria di Serchio, il suo miglior amico morto tempo fa, il poeta procede ad un viaggio della memoria entrando nel mondo letterario dove può incontrare i suoi antenati, cioè confrontare le sue radici. Dopo una lunga contemplazione il poeta si sente finalmente di essere una docile fibra e ottiene la sua carta d’identità. La concezione della durata del tempo, per Ungaretti, si presenta coerentemente nei suoi lavori, in particolare nel Sentimento del Tempo, così come in altre raccolte. Per questo intendo continuare la ricerca su altre poesie di Ungaretti confrontando la teoria del tempo di Bergson.

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