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논문 기본 정보

자료유형
학술저널
저자정보
저널정보
한국이탈리아어문학회 이탈리아어문학 이탈리아어문학 제36호
발행연도
2012.1
수록면
73 - 97 (25page)

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Danubio è un 'diario di viaggio' dalle sorgenti del fiume fino al Mare Nero, attraverso città importantissime o paesi, ampi paesaggi, popoli,costumi, letterature e lingue diverse. Un itinerario fra romanzo e saggio che racconta la cultura come esperienza esistenziale e ricostruisce a mosaico le civiltà di Mitteleuropa rintracciandone il profilo nei segni della grande storia e nelle effimere tracce della vita quotidiana. L'idea di Mitteleuropa nasce a meta dell'Ottocento per indicare un spazio politico e soprattutto economico egemonizzato dai tedeschi e dagli ungheresi, che piu tardi diventa il simbolo di programmi nazionalisti tedeschi e che poi diventa una dimensione sovranazionale, qualcoca di comune e sottostante a tutte le diverse nazionalità e culture di tante realtàdiverse. La Mitteleuropa 'hinternazionale', oggi idealizzata quale armonia di popoli diversi, è stata una realtà dell'impero absburgico, nella sua ultima stagione, una tolleranzte convivenza comprensibiilmente rimpianta dopo la sua fine, anche per il confronto con la barbarie totalitaria che le èsucceduta, fra le due guerre mondiali, nello spazio danubiano. L'arte absburgica di governo non vuole imporre una rigida unità ai vari popoli,bensi lasciarli sussistere e convivere nella loro eterogeneità. Secondo Claudio Magris, il Danubio è il simbolo della frontiera, perché il Danubio è un fiume che passa attraverso tante frontiere, è quindi simbolo della necessità e della difficoltà di attraversare frontiere, non soltanto nazionali, politiche, sociali, ma anche psicologiche, culturali,religiose. La nostra identità è sempre fragile e noi dobbiamo accettare questa fragilità, poiché mutiamo nel tempo. L'identità fatta di mescolanze,di sottrazioni e di elisioni non fosse soltanto il destino degli epigoni danubiani, bensì una condizione storica generale, l'esistenza di ogni individuo. Magris dice che siccome nessun popolo, nessuna cultra come nessun individuo sono privi di colpe storiche, rendersi impietosamente conto dei difetti e delle oscurità di tutti, e di se stessi, può essere una proficua premessa di convivenza civile e tollerante. Magris dice che la letteratura è di perse stessa una frontiera, una soglia,una zona sul limitare e insegna a varcare i limiti, ma consiste nel tracciare dei limiti, senza i quali non puo esistere e nemmeno la tensione a superarli per raggiungere qualcosa di piu alto e di piú umano.

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