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논문 기본 정보

자료유형
학술저널
저자정보
저널정보
한국이탈리아어문학회 이탈리아어문학 이탈리아어문학 제38호
발행연도
2013.1
수록면
23 - 48 (26page)

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Questo articolo ha lo scopo di analizzare il concetto del destino nelle opere letterarie di Dino Buzzati, autore della seconda generazione del Novecento e che ciononostante si differenzia rispetto agli altri autori del Neorealismo. Nel primo capitolo dell'articolo, seguendo la situazione europea e Italiana dall'inizio del Novecento, si è rintracciato il significato delle opere letterarie di Dino Buzzati nella storia della letteratura italiana del Novecento. Dino Buzzati ha accettato il flusso artistico in Europa e ha intuito le esigenze dei cambiamenti letterari di quel tempo, il suo mondo letterario si è ispirato infatti al Surrealismo e al Realismo Magico, movimenti antagonisti rispetto al Canone assoluto del periodo. Nel secondo capitolo viene trattato il concetto del destino umano attraverso la rappresentazione dello spazio della montagna rintracciabile nei tre romanzi del primo periodo Bàrnabo delle montagne (1933), Il deserto dei Tartari (1940) e Il segreto del Bosco Vecchio (1935). Il tema della montagna appariva ripetutamente nelle sue opere. La montagna è uno spazio letterario per riflettere sul passare del tempo e anche un posto che riflette la legge della sopravvivenza e il dominio del più forte. Ma ironicamente, con la montagna che è comunque uno spazio realistico, si avverte ancora di più il senso misterioso e fantastico della natura. Buzzati ha costruito quindi il suo mondo letterario attraverso una rappresentazione fantastica dello spazio realistico. Nel terzo capitolo viene analizzato il significato della morte nei Racconti e ne Poema a Fumetti (1969). Buzzati voleva rappresentare l'evento della morte con l'immagine del passaggio attraverso una porta. Dopo aver superato quella porta ci si aspetta una libertà totale ma non la libertà di riattraversare quella porta. Il mondo in cui viviamo è simboleggiato da una montagna e alla fine tutti gli uomini sono destinati ad attraversare la porta della morte. Buzzati ha espresso il concetto del destino degli uomini nelle sue opere attraverso l'intersezione fra il tema della montagna e dell'evento della morte, con un punto di vista diverso rispetto agli altri autori italiani della seconda generazione nel Novecento.

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