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학위논문
저자정보

한리나 (고려대학교, 고려대학교 대학원)

지도교수
조재룡
발행연도
2016
저작권
고려대학교 논문은 저작권에 의해 보호받습니다.

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Riassunto

Primo Levi e la traduzione
-Tradurre, l''uomo il quale traduce e l''(im)possibilita della traduzione


Nome : Han, Rina
Dipartimento di letteratura e cultura comparative
Universita Koryo
Advisore di tesi : Cho, Jae-Ryong


Questa tesi intende trattare della “traduzione” nei testi di Primo Levi la quale e come una rappresentazione della conoscenza e un’attivita umana per la sopravvivenza, nel senso che la “traduzione” e una possibilita per Levi di difendere l’umanita. Si puo anche dire che il suo ‘tradurre’ sia un’azione per comprendere il mondo assurdo e gli esseri umani contraddittori.
Con questo punto di vista si vedranno l’ebraismo, la diaspora, e poi il tradurre nel Lager come dei modi attivi di sopravvivenza e resistenza, e alla fine la traduzione nella vita con i testi principali come Se questo e un uomo, Il sistema periodico, I sommersi e i salvati, ecc.
In Se questo e un uomo, Levi cerca di tradurre la Divina Commedia come una nuova testimonianza della verita. Da questo punto di vista e possibile fare una critica alla traduzione. Nella Divina Commedia, Dante mostra l’immagine esemplare di ogni esperienza umana e giunge a una sorta di riscatto simbolico delle ingiustizie subite appellandosi alla volonta divina. La sua esigenza di giustizia si connette a una visione generale della storia dell’umanita: l’attesa di una prossima affermazione della giustizia, di un trionfo definitivo del bene.
Come letteratura dell’affermazione, Se questo e un uomo venne scritto non per muovere accuse ai colpevoli, ma come testimonianza di un avvenimento storico e tragico. Lo stesso Levi diceva testualmente che il libro era nato fin dai giorni del lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi, e fu scritto per soddisfare questo bisogno. Il romanzo, durante la sua genesi, fu comunque oggetto di rielaborazione. Al primo impulso da parte di Levi, quello di testimoniare l''accaduto, ne segui un secondo, mirato ad elaborare l''esperienza vissuta, il che avvenne grazie ai tentativi di spiegare in qualche modo l''incredibile verita dei lager nazisti.
Ancora di piu, Levi affronta i grandi temi morali, quelli della societa, del potere, delle gerarchie.
Sui campi di sterminio nazisti esiste una nutrita letteratura. Essa e un documento il piu sincero possibile. E un racconto con gia la misura del classico, e un’analisi fondamentale della composizione della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora che della sua soppressione nello sterminio di massa. Levi essendo ebreo, oltre che partigiano, fu consegnato ai nazisti che lo deportarono ad Auschwitz.
Le riflessioni dell''autore permettono al lettore di immedesimarsi con il protagonista ed affiancarlo idealmente nella sua esperienza. Si tratta infatti di una esperienza che porta alla riflessione e che non di rado fa sorgere delle domande, per cui Levi ne scrisse una parte tentando di rispondere ad esse.
Inoltre nel libro si stenta a trovare un giudizio morale negativo nei confronti di chicchessia. Si cerca quindi invano una qualche espressione di rancore nei confronti del nazismo. La mancanza di sentimenti del genere fece parlare di un modo di scrivere classico, dunque essenziale e composto, di una scrittura che pone Levi tra i grandi della letteratura. Levi spiego in seguito che la sua intenzione era quella di mantenere un approccio razionale, assumendo il ruolo del testimone e lasciando al lettore il compito di formarsi un''opinione sull''accaduto.
La descrizione del mondo dei lager puo indicare, in qualche modo, un qualcosa di piu ampio che puo arrivare ad abbracciare l''intero mondo della condizione e della natura umana, tematica cui accennava lo stesso Levi parlando dei campi di concentramento come fonte di sapere sugli uomini e sul mondo, comparabile addirittura ad un gigantesco, irripetibile esperimento.
Nella parte prima, vengono descritte le prime scene nel campo di concentramento. A ciascuno dei prigionieri, chiamati in tedesco Haftling, viene assegnato un numero che costituisce la loro nuova identita con decorrenza immediata. Si tratta di una identita carica peraltro di significati fin dall''inizio. Al suo arrivo, il protagonista ignora ancora che grazie a quelle cifre e possibile stabilire provenienza e grado di anzianita dei vari prigionieri. Fin troppo in fretta si apprendono le prime leggi del campo, come quella di non fare domande, di fingere di capire tutto, di saper apprezzare il valore di oggetti essenziali alla sopravvivenza come le scarpe ed il cucchiaio. Primo Levi tiene molto a spiegare il variegato panorama linguistico delle varie comunita etniche, compreso l''uso di termini specifici tedeschi in tutte le lingue. In parte e’ anche dovuto al fatto che il protagonista - essendo italiano - non parla la loro lingua, lo yiddish. Aproposito di questo paesaggio linguistico variegato, Levi fa un paragone del lager con la citta e la torre di Babele.
Nel testo si trova anche la metafora dell''Inferno dantesco; nel libro si incontrano ripetutamente riferimenti alla Divina Commedia. La detenzione in un lager viene in qualche modo visto come un viaggio nell''oltretomba, in un mondo dal quale si crede di non poter piu uscire, similmente a quanto accade nell''Inferno dantesco. Vengono proposti di seguito alcuni dei numerosi riferimenti intertestuali con l''opera di Dante. Il viaggio verso il lager puo essere visto come il trasporto delle anime da traghettare verso l''inferno attraversando il fiume Acheronte, laddove un soldato del campo copre un ruolo simile a quello del tremendo nocchiero Caronte all''arrivo ad Auschwitz. A differenza di Caronte, il soldato nazista si esprime con un tono grottescamente cortese per farsi consegnare gli oggetti di valore dei prigionieri.
La tristemente nota scritta che campeggia sul portone di accesso viene proposta come una riscrittura dell''incipit del terzo canto dell''Inferno. Nella cantica dantesca, la frase riferita alla porta di ingresso indica che attraverso quell''ingresso si accede al mondo dei dannati. L''infermeria, detta Ka-Be, viene paragonata al limbo, un mondo escluso dalle categorie del bene e del male, privo di punizioni vere e proprie e, in un certo senso, un momento di tregua durante l''avventura del lager nazista. Al momento di sostenere l''esame di chimica per essere trasferito in laboratorio, il protagonista si imbatte nel dottor Pannwitz, che rassomiglia in qualche modo ad un giudice infernale. Come il Minosse dantesco, il dottore ha la facolta di decidere delle mansioni e del destino altrui. Secondo la narrazione di Levi, il Pannwitz siede con autorita. Si tratta di un riferimento nascosto al quinto Canto dell''Inferno. Viene indicato lo stato di brutale sovvertimento dei valori morali all''interno del lager con i celebri versi danteschi. Il protagonista cerca di ricordarsi i versi danteschi e di tradurli ad un suo compagno di prigionia per non perdere l’umanita.
Dopo di Lager, il ‘tradurre’ viene continuamente utilizzato da Levi nella sua vita letteraria. In Il sistema periodico, Levi ha fondato la classificazione degli elementi in un ordine personale. Ogni elemento diventa una metafora della vita e della memoria di Levi.
Attualmente, come traduttore, Primo Levi rappresenta una proposta di speranza, una scommessa sulla possibilita di attraversare i confini tra le lingue, le culture e le mentalita, tra i modi del sapere e della memoria. Per questo, l’azione del tradurre significa che la traduzione puo avere un valore umano, cioe la ragione umana contro la violenza nazista. Allora, la traduzione non e solamente una trasposizione lingustica tra due lingue diverse, ma e anche una comunicazione dell’essere umano all’altro.
Questo studio vorrebbe, pertanto, essere una ricerca sulla traduzione come azione umanistica, e anche un ritrovamento del senso della vita.

목차

I. 서론 1
II. 프리모 레비와 ‘번역’ 8
1. 프리모 레비의 번역: 번역의 정체성과 의미 8
2.“소통불가능성”의 가능성과 번역 19
III. 레비 텍스트로 본 바벨의 언어와 파편들 30
1. 바벨의 언어와 헤브라이즘 30
2. 바벨의 언어와 디아스포라 39
3. 아우슈비츠에서 재현된 바벨의 파편들 45
IV.『이것이 인간인가』에 나타난 『신곡』의 상징과 의미 55
1. 『신곡』이라는 번역 55
2. 율리시즈의 노래: 『신곡』의 상징성 63
3. 율리시즈의 노래- 인간성을 지키기 위한 번역 77
V. 번역하는 인간과 번역의 잠재력 83
1. 경계적 인간의 번역행위와 번역의 주체 호모 사케르 83
2. 인간의 조건으로서의 경계를 허무는 번역 94
3. 번역의 잠재력과 열린 번역:『주기율표』를 통해 본 번역의 잠재력 109
VI. 결론 122
참고문헌 126
Riassunto 133

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